Dio, come sono cambiato!
Poi mi chiedo: ma quando che è successo?
Di notte? Mentre dormivo? E come mai il mattino dopo non me ne sono accorto? La verità è che cambiamo al rallentatore, attimo dopo attimo, cellula dopo cellula, come le lancette dell’orologio che si muovono anche se nessuno le vede muoversi.
Sono un libridinoso.
Il “libridinoso” lo si riconosce da come rallenta davanti ad una libreria: non appena avverte la presenza di una grossa concentrazione di carta stampata, si blocca, dà uno sguardo morboso alla vetrina, vorrebbe allontanarsi ma non ce la fa, esita ancora un poco, poi alla fine, gettata la spugna, entra e si precipita verso il banco.
Se un giorno, in trattoria, vi capitasse di vedere un gruppo di giovani, seduti al tavolo accanto, che si sganascia dal ridere per battute che, onestamente, a voi non fanno nemmeno sorridere, non vi stupite: non stanno ridendo delle battute, ma di un'intera vita trascorsa insieme.
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Come dico spesso, sono convinto che esista una differenza tra l’amare e il voler bene, perché l’amore può finire, ma se volete bene a qualcuno vi accorgerete che questo bene aumenterà ogni giorno di più. Ecco, l’amore verso un figlio secondo me, è più un voler bene, perché va oltre.